giovedì, dicembre 21, 2006

Mi piaceva e l'ho rubato

A Paolo non piaceva il suo nome, bisognava tenere la bocca aperta e sospesa almeno per un secondo, per pronunciarlo bene. Il problema, a dire il vero, non era suo, visto che non si chiamava mai. Però sapeva che era un nome difficile da dire bene, perchè gli altri -abbreviandolo in Pa'- glielo facevano notare. Usciva un suono troppo slabbrato, con quelle tre vocali vicine. Il segreto sta tutto nel gioco delle consonanti -pensava- e infatti sono pure di più. Tutt'altra storia chiamarsi Alessandro, quindi. O Francesco, magari. Ma gli era toccato Paolo e solo vedendo suo nonno, dagli occhi omonimi e neri, gli passava la voglia di chiamarsi anche soltanto Antonio, un giorno. Aveva 9 anni quando pensava che rafforzarlo in Pierpaolo sarebbe stato già qualcosa, e 17 quando disse che no, era bello così, altrimenti Laura sarebbe dovuta andare a capo mentre scriveva -sulle pagine piccole della smemo- Paolo ti amo.

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